Oscar Chisini nella Prefazione ai suoi “Esercizi di Geometria Analitica e Proiettiva” (Zanichelli, Bologna, 1959), a proposito di Esercizi e Problemi, scriveva
“… la loro utilità consiste nello sforzo che essi richiedono e nella agilità mentale che sviluppano …”.
“la loro difficoltà, per chi abbia svolto i precedenti secondo l’ordine dato, è sempre molto limitata … e l’allievo deve superare da solo queste difficoltà, dedicandovi il tempo che per lui sarà necessario, consultando sul suo testo la teoria cui l’esercizio si riferisce e ripetendo, eventualmente, qualche esercizio precedente cui il dato si colleghi. Ma non creda che gli serva vedere un compagno o un docente svolgere l’esercizio per lui difficile, come non servirebbe ad un bimbo malato che la pietosa mamma ingoiasse in sua vece un’amara medicina.
In ogni cosa della vita il successo implica uno sforzo, e quindi l’abituarsi a superare le difficoltà, prodigando quel qualunque sforzo ragionevole che ciò richieda, in definitiva è certo ancor più utile che non imparare una fila di teoremi ed una sequela di applicazioni … ”
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Beh, come non essere d’accordo con questo signore. Quante volte, tuttavia, l’aiuto dell’insegnante è fondamentale per la risoluzione di un problema..? Per la risoluzione dei problemi serve un mix di strumenti ed intuito: il secondo è una capacità che si può affinare con l’esercizio, ma per i primi spesso non basta un libro di testo..
In attesa di un approfondimento con Valentino, desidero segnalare un bellissimo e pertinente pensiero di Grenet, Moderatore del Forum di Chimica.
“Si dee stimar di fioca utilità la risoluzione de’ problemi unicamente con l’altrui intelletto.” Grenet (2009)